SILVIA SCARINGELLA | PIETRO MANCINI
Dentro fuori
Opening 14 gennaio 2022 ore 18.30 | Borghini Arte Contemporanea | Roma
Dal 14 gennaio al 12 febbraio 2022
Venerdì 14 gennaio Borghini Arte Contemporanea inaugura Dentro fuori Fuori dentro. Lo spazio
fisico della galleria si trasforma in un luogo di riflessione e di forti suggestioni emotive grazie alle
opere di Silvia Scaringella e Pietro Mancini, i protagonisti di questa bipersonale.
Il lavoro creativo di Silvia Scaringella è lento e paziente: una scultrice che plasma la materia per
realizzare sciami di piccole api rievocandone l’operosità con il suo stesso gesto artistico. Non è la
luce a mostrare la realtà, ma le ombre dei suoi piccoli insetti che sono come immagini bloccate in
un eterno attimo. Si muovono idealmente su superfici di vetro riflettenti, nelle quali è possibile
specchiarsi e rileggere il mondo intorno a noi che, però, risulta alterato dalle fratture nel vetro: crepe
dalle quali le api cercano una via di fuga, così come l’uomo cerca costantemente la sua libertà e
tenta di raggiungere dentro di sé uno spazio che sia, allo stesso tempo, esterno alla realtà che lo
circonda. Le opere dell’artista trasmettono “Un messaggio che se ha in sé evidente una universale
portata, ha nel contempo una peculiarità femminile, esplicita e consapevole, che sembra destinata
a conseguenze rimarchevoli nel camino dell’arte del nostro tempo in un superamento di barriere,
proprio grazie al lavoro di artiste come la Scaringella.” (Claudio Strinati)
Nelle opere di Pietro Mancini è la luce, invece, che cerca una via d’uscita attraverso il supporto in
alluminio traforato: è il celato bagliore interno dell’umanità che implica una continua ricerca di
chiavi di lettura per svelare il messaggio nascosto dietro la forma e la materia. Come nella tradizione
antica delle icone, i personaggi raffigurati sono ideali, atemporali e caratterizzati simbolicamente da
croci, mandala e riferimenti mistici: l’osservatore è invitato a compiere una riflessione interiore sul
concetto del divino nella sua accezione più primitiva e autentica. I volti ieratici, alternati ad ombre
di insetti, sono immortalati in un momento di contemplazione della natura e del mondo: “Tutto
diviene attesa, respiro, ascolto per sintonizzare ancora una volta le proprie frequenze su onde
individuali o comuni, per ristabilire un contatto col mondo che ci appartiene e di cui facciamo parte,
in perpetua trazione verso ciò che ci sfugge.” (Laura Luppi)