FIORELLA RIZZO e FEDERICA DI CARLO
IRRADIAZIONE
8 giugno – 14 settembre 2015
Opening 8 giugno, ore 18:30
La Galleria BEAARTE ha il piacere di presentare, nel nuovo spazio dedicato ad “Artisti con la luce”, la
mostra dal titolo: IRRADIAZIONE , doppia personale delle artiste Fiorella Rizzo e Federica Di Carlo.
In questo secondo appuntamento le galleriste Borghini, presentano due artiste di generazioni diverse
in dialogo fra loro sulla tematica della luce preesistente in entrambe le ricerche artistiche.
Il titolo scelto, “Irradiazione”, è inteso letteralmente come atto, fatto ed effetto dell’irradiare l’energia
stessa nel suo aspetto visibile ed invisibile che attraverso le opere e le installazioni della Rizzo e della
Di Carlo si rivela allo spettatore.
L’uso della luce, sia come soggetto, che come oggetto, accomuna le due artiste che, pur nella
diversità dei loro interventi ne fanno elemento chiave per parlare delle rispettive ricerche: la
conoscenza per la prima ed il confine per la seconda.
Il procedere verso lo svelamento di un percorso di conoscenza, è alla base del lavoro di Fiorella Rizzo
(artista storica degli anni 70’).
Negli ultimi dieci anni la Luce è quasi sempre presente: nelle sue opere, spade di luce tagliano e
attraversano le tenebre come nei lavori:“Raggio di sole con gancio” / “Raggio di sole” / “Luce e
ombra” (2009-10).
In questa sua ricerca tutto si sviluppa sulla trasparenza e l’inganno visivo dato dalla sovrapposizione
di acetati sui quali appaiono con un gioco di pieni e vuoti, i suoi tipici raggi.
Il tema della luce è affrontato anche come manifestazione del pensiero creativo;già nel 1976, l’artista
anticipa questo concetto, scrivendo sulla mano del David di Michelangelo ritratta su una cartolina, la
frase: “ penso in anni luce, agisco in secondi”,che “diventa una sorta di manifesto del suo pensiero
artistico e compare in alcuni suoi lavori recenti.”
Le lampadine nere e disegnate, i cavi elettrici vengono privatidella loro funzionalità,“non creano la luce
ma sonol’idea della luce più della luce stessa”. Sottrazione di luce dunque, che torna anche
nell’installazione site-specific, dove Fiorella Rizzo colloca questa volta lampadine nere-argento su una
parete di fogli trasparenti e sovrapposti, sui quali sono disegnate centinaia di sagome delle stesse a
rappresentazionedel pensiero che si fa luce, illuminazione e conoscenza. Infine “Tracce luminose” è il
titolo dell’opera luminosa dove anche qui centinaia di lampadine sono disegnate su fogli di plastica
trasparenti ed inserititi aggrovigliati poi in tubi di plexiglass con led.
Confine e sconfinamento, sono invece le modalità con cui Federica Di Carlo, (classe 1984),entra in
relazione con la tematica della luce,che nei suoi lavori diventa materia da plasmare, elemento naturale
con il quale giocare per svelare i confini che ci circondano. Nella sua ricerca artistica la luce è sin da
subito, prima compagna poi protagonista di grandi installazioni luminose. Partendo dall’osservazione
scientifica degli equilibri del mondo, la Di Carlo sviluppa i suoi lavori sfruttandone le leggi fisiche per
poi trasformarle in confini emotivi, spazi sensoriali nei quali lo spettatore è invitato ad immergersiper
poi riflettere su tutto ciò che va ben oltre i limiti della realtà.Questo continuo sconfinamento tra mondi
vicini, si ritrova nella serie fotografica presente in mostra dal titolo “Hold Infinity“, nata dalla volontà
dell’artista di cogliere i pochi istanti dove l’invisibile si mostra nel mondo sotto forma di veri frammenti
di arcobaleno. Mentre è con il titolo di “Celeritas”, (dal latino- velocità, intesa in fisica con la lettera, c )
che Federica Di Carlo realizza appositamente per lo spazio, l’istallazione luminosa dove il concetto di
attraversamento si mostra con elementi di forte simbologia come la soglia, una porta specchiata e la
luce rifratta in un gioco di prismi,cristalli e vetro.
Le due artiste si incontrano alla fine del percorso della mostra, con due video inediti: “Video
nero”(2004)di Fiorella Rizzo, e “Through my mother’s eyes”(2015)di Federica Di Carlo.
Qui la luce diventa visione, visionarie sono le immagini che compaiono, la trasformazione del reale è
totale, nulla è più riconducibile alla loro origine, tutto è oltre in un susseguirsi di suggestioni che però
non svelano mai l’origine delle immagini.